mercoledì 18 aprile 2007

Postiamo, scriviamo, portiamo la nostra esperienza

Venire in contatto, relazionarsi, conoscere siginifica disarticolare
pregiudizi, luoghi comuni ed ignoranza.
I Ghetti sono frutto del razzismo.
Prendiamo parola insieme.
Mettiamoci in gioco.

In questi giorni il nostro quartiere è stato descritto come
pericoloso, emblema di illegalità diffusa, ghetto...
scriviamo cosa ne pensiamo a partire dalla nostra esperienza diretta
provando magari ad intervenire rispetto ai seguenti "nodi" :
- consideriamo la nostra zona come pericolosa ?
- pensiamo che la nostra zona sia un ghetto ?
- i carrellini sono il nostro problema quotidiano ?
- abbiamo relazioni amicizie con residenti di origine cinese ?

scriviamo, interveniamo!

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il console cinese dice al grande capo di Cina di non comprare automobili Fiat, e se il grande capo lo ascolta...
Tutto si mette a posto.

Anonimo ha detto...

Voglio dare il mio contributo al blog provando a fornire qualche elemento su cui riflettere tutti:
E' sotto gli occhi di tutti che la politica è in netto ritardo rispetto alla economia, alla tecnologia e alla cosiddetta società reale. Non riesce più nè a capire e di conseguenza nè a gestire fenomeni che hanno contemporaneamente una valenza locale e globale.
L'impatto scardinante che l'uso delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione (di cui questo blog ne è un esemplare) ha sul nostro modo di vivere e di lavorare, impone una riflessione filosofica profonda per riconsiderare il nostro modo di pensare e di organizzare tutte le attività e relazioni umane.
Nuove forme di partecipazione e di collaborazione si possono attivare, nuovi modelli di business si possono disegnare, nuove reti di saperi, di energie e di progettualità si possono costruire. Paesi e persone irragiungibili fino a pochi anni fa si possono raggiungere praticamente a costo zero (vedi skype, ecc.). L'apparente facilità con la quale è possibile superare tutte le barriere ed entrare in contatto con altre genti dev'essere però gestita con un'interfaccia culturale di persone che conoscono i codici di relazione e di comunicazione di entrambi i Paesi, altrimenti si creano disastri, anche con le migliori intenzioni di questo mondo. Quale migliore risorsa dei nostri giovani italo-cinesi (per rimanere nello specifico di paolosarpi)? Chi meglio di loro, per cultura di origine, per cultura acquisita nel vissuto quotidiano, per capacità di accesso alle tecnologie della comunicazione (che i loro padri non hanno), per conoscenza delle potenzialità di entrambi i Paesi, può essere il referente ideale per proporre nuove attività, nuovi modelli di business, nuovi laboratori culturali, senza passare da lobbies consolidate e arroccate su posizioni di conservazione e di difesa dei propri privilegi (lobbies sia italiane che cinesi)?

Un'ultima considerazione a titolo di esempio: è giusto, secondo voi, che il figlio di un emigrato italiano in Argentina, che non è mai stato nè ha mai vissuto in Italia, abbia il diritto di votare e di eleggere dei rappresentanti nel parlamento italiano, mentre un emigrato che vive, lavora, produce ricchezza, manda i propri figli a scuola e usa gli ospedali italiani, non ha la possibilità di votare e di decidere il futuro suo e dei suoi figli?
E' giusto che l'italiano di Argentina di cui sopra, senza versare un euro di tasse e o contributi allo stato italiano abbia il potere di eleggere un suo rappresentante che decide quante tasse far pagare a noi? (mentre lui invece paga le tasse argentine?). E' giusto, secondo voi, invece che chi ha scelto di vivere, lavorare, partecipare allo sviluppo e al benessere del nostro Paese, condividendone con gli altri italiani il bene e il male, non abbia voce in capitolo?
Le risposte ci sono, basta volerle trovare.
Resto a vostra disposizione per promuovere un confronto costruttivo e propositivo nei confronti dei nostri concittadini cinesi.
Flavio Villotta - Presidente di Sinapsys - Associazione Transnazionale

Anonimo ha detto...

Voglio dare il mio contributo al blog provando a fornire qualche elemento su cui riflettere tutti:
E' sotto gli occhi di tutti che la politica è in netto ritardo rispetto alla economia, alla tecnologia e alla cosiddetta società reale. Non riesce più nè a capire e di conseguenza nè a gestire fenomeni che hanno contemporaneamente una valenza locale e globale.
L'impatto scardinante che l'uso delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione (di cui questo blog ne è un esemplare) ha sul nostro modo di vivere e di lavorare, impone una riflessione filosofica profonda per riconsiderare il nostro modo di pensare e di organizzare tutte le attività e relazioni umane.
Nuove forme di partecipazione e di collaborazione si possono attivare, nuovi modelli di business si possono disegnare, nuove reti di saperi, di energie e di progettualità si possono costruire. Paesi e persone irragiungibili fino a pochi anni fa si possono raggiungere praticamente a costo zero (vedi skype, ecc.). L'apparente facilità con la quale è possibile superare tutte le barriere ed entrare in contatto con altre genti dev'essere però gestita con un'interfaccia culturale di persone che conoscono i codici di relazione e di comunicazione di entrambi i Paesi, altrimenti si creano disastri, anche con le migliori intenzioni di questo mondo. Quale migliore risorsa dei nostri giovani italo-cinesi (per rimanere nello specifico di paolosarpi)? Chi meglio di loro, per cultura di origine, per cultura acquisita nel vissuto quotidiano, per capacità di accesso alle tecnologie della comunicazione (che i loro padri non hanno), per conoscenza delle potenzialità di entrambi i Paesi, può essere il referente ideale per proporre nuove attività, nuovi modelli di business, nuovi laboratori culturali, senza passare da lobbies consolidate e arroccate su posizioni di conservazione e di difesa dei propri privilegi (lobbies sia italiane che cinesi)?

Un'ultima considerazione a titolo di esempio: è giusto, secondo voi, che il figlio di un emigrato italiano in Argentina, che non è mai stato nè ha mai vissuto in Italia, abbia il diritto di votare e di eleggere dei rappresentanti nel parlamento italiano, mentre un emigrato che vive, lavora, produce ricchezza, manda i propri figli a scuola e usa gli ospedali italiani, non ha la possibilità di votare e di decidere il futuro suo e dei suoi figli?
E' giusto che l'italiano di Argentina di cui sopra, senza versare un euro di tasse e o contributi allo stato italiano abbia il potere di eleggere un suo rappresentante che decide quante tasse far pagare a noi? (mentre lui invece paga le tasse argentine?). E' giusto, secondo voi, invece che chi ha scelto di vivere, lavorare, partecipare allo sviluppo e al benessere del nostro Paese, condividendone con gli altri italiani il bene e il male, non abbia voce in capitolo?
Le risposte ci sono, basta volerle trovare.

Anonimo ha detto...

Mi chiamo Dario e volentieri "posto" alcuni riflessioni.
Primo. A tutti conviene una reciproca "integrazione" sociale, culturale ed economica di tipo aperto e biunivoco. Ergo, non si riesce a capire come mai ci siano associazioni che pensino il contrario.
Secondo. La delibera sulla "pedonalizzazione" è già stata fatta. L'hanno voluto alcune associazioni di residenti italiani. Sarebbe utile capire come mai... prima si chiede e poi si viene a cercare di pacificare.
Terzo. Che cosa ci faceva il vice-presidente del consiglio comunale, di AN, partito che ha un ben precisa posizione sulla materia, nelle "vicende" del 12 aprile scorso?. Possibile risposta, qui qualcuno vuole giocare a modo suo... per interessi da studiare.
In conclusione, o ci troviamo a discutere, di persona, dei reali problemi oppure qualcuno cerca di giocare, coinvolgendo altri, una partita per interessi propri.
Volentieri resterei in attesa di conoscere... anche se penso si dilegueranno tutti...

Dario
Email: solo nel caso di contatti ad personam per approfondire le tematiche... stud7in@hotmail.com

Anonimo ha detto...

Ciao
Non abito in zona Sarpi, e ho visto i vostri manifesti con due giorni di ritardo passando dalla Chinatown; mi ha fatto un grande piacere sapete che c’è qualcuno che ha preso queste iniziative.
Sono venuto casualmente in contatto con un gruppo di cinesi milanesi alcuni mesi fa, e ho scoperto il loro mondo, fatto di lavoro duro o disoccupazione, per un gran numero tra loro anche dell’ angoscia di vivere in un circolo vizioso di clandestinità e conseguente impossibilità a trovare un lavoro normale, in cui sono costretti dalla Bossi-Fini – una specie di condanna a un girone dell’inferno. A questo si aggiunge il forte handicap linguistico – la loro lingua è completamente diversa da quelle indoeuropee – che rende loro più difficile comunicare con gli italiani, e viceversa.
Ora l’attacco della Giunta Moratti che cerca voti alimentando la contrapposizione con gli immigrati e l’ostentazione del pugno di ferro, e la vergognosa campagna di stampa che l’ha accompagnata (per non parlare delle becere esibizioni leghiste e fasciste), hanno fatto sentire tutti i cinesi di Milano, anche quelli che non vivono e non lavorano nella Chinatown, sotto tiro e sotto assedio. È probabilmente la più grave manifestazione di (e istigazione al) razzismo finora a Milano.
Dobbiamo fare ogni sforzo per contrastarla e combatterla. Non solo per difendere i cinesi e tutti gli altri immigrati presenti a Milano e senza i quali ormai Milano non potrebbe vivere e lavorare, non solo per aiutarli ad integrarsi abbattendo le barriere che tendono a ghettizzarli. È altrettanto importante educare una generazione di italiani, a partire dai giovani, nello spirito della solidarietà con gli immigrati, farli uscire dal ghetto del nazionalismo e razzismo ignorante e presuntuoso, fargli imparare ad apprezzare – e criticare – le culture degli altri paesi, unico modo per saper apprezzare e criticare con cognizione di causa quella del paese in cui siamo nati. Solo se troveranno solidarietà tra gli italiani gli immigrati non saranno spinti a chiudersi in se stessi, ogni comunità per suo conto.
Solo se riusciremo a sottrarre una generazione al razzismo sarà possibile lottare per un futuro migliore. Per questo credo che si debba pensare a un comitato cittadino contro il razzismo.

Roberto
smirno15@gmail.com

Anonimo ha detto...

Premesso che
A)io non sono un abitante del quartiere, ma ho a cuore come e quanto voi lo sviluppo di nuove modalità di incontro e collaborazione tra diverse etnie.
B) come presidente dell'associazione Sinapsys abbiamo già in essere un certo numero di iniziative volte a promuovere la collaborazione interetnica e a valorizzarne le peculiarità e sinergie a vantaggio di TUTTI (se avete voglia date un'occhiata al seguente sito: http://apronet.altervista.org/index.htm).

Per passare dal piano ideologico a quello operativo vi propongo quanto segue:
1)eseguire una veloce mappatura del territorio e individuare quali sono le associazioni cinesi più disponibili ed aperte ad una qualche forma di confronto/collaborazione. Consiglio di interagire con associazioni di giovani cinesi che hanno sicuramente meno potere all'interno della comunità, ma che proprio per questo sono maggiormente motivati ad uscire allo scoperto e a trovare nuovi canali di comunicazione con "gli altri" e di affermazione della loro capacità progettuali anche all'interno della loro comunità.
2)elaborare assieme a loro una serie di proposte di attività e progetti economicamente sostenibili che magari coinvolgano sia l'Italia che la Cina (anche piccoli, ma simbolici e politicamente spendibili in una seconda fase) da realizzare assieme (la molla del denaro è sempre uno degli appeal più apprezzati, da qualsiasi parte del mondo si provenga).
Così facendo si comincia a fare una immediata scrematura (sia sul versante italiano che cinese) tra chi ha veramente voglia di fare e chi no.

A tal fine si potrebbero organizzare dei momenti d'incontro informale per un primo contatto e successivamente passare alla creazione di un vero e proprio workshop all'interno del quale discutere le ipotesi e i progetti da promuovere.

Resto a vostra disposizione per approfondire, se vi interessa, questi temi.

Anonimo ha detto...

> flavio villotta ha detto:
> Per passare dal piano ideologico > a quello operativo vi propongo
> quanto segue...

Premesso che, anche, lo scrivente è interessato a partecipare nella discussione interculturale, vorrei evidenziare alcuni punti... altrimenti si rischia di parlare tanto per parlare:
1) la zona operativa sarebbe Milano. A noi interessa quello che capita a Milano;
2) ci sono già "eventi" in ballo... se non interveniamo, che cosa facciamo?. Scriviamo tanto per scrivere;
3) c'è stato già qualcuno, dell'Amministrazione Comunale, che voleva fare alcune operazioni... in privato vestito con l'abito pubblico.
Ergo, cerchiamo di sviluppare discorsi specifici.
Alla email inviata, per ora, nessuna risposta... ergo si può dedurre che a qualcuno interessa giocare in un certo modo...
Grazie...

Dario

Anonimo ha detto...

Carissimi,

Vi chiedo cortesemente di essere iscritta alla mailing list.
Per avere informazioni su iniziative.
Sono anch'io rimasta indignata dall'atteggiamento dei vigili e da come la
lega ha cavalcato subito la questione in modo razzista.

Tutto perché non si vuole dire qual'é la realtà ed é quella che sta
viaggiando in tutta milano
speculazione edilizia.

Attendo notizie.
Grazie per l'attenzione!

Cari saluti,

Barbara

Anonimo ha detto...

Per Dario
Penso che per evitare strumentalizzazioni locali si debba considerare come "territorio" una qualsiasi entità delocalizzata in grado di poter interagire con altri attori su progetti concreti e precisi.
Tutto quello che accade a Milano è la diretta conseguenza di tutto quello che accade anche nel resto del mondo, Cina compresa.
Tali progetti possono poi naturalmente insediarsi nella realtà locale fino alla dimensione di quartiere, altrimenti, come dici tu, si rischia di subire ingerenze indebite e strumentalizzazioni di varia natura prima ancora di iniziare.
Non dimentichiamo che ci saranno da superare grosse resistenze anche nei gruppi di potere Cinesi...
Ribadisco il fatto che chi vive in quartiere debba comunque assolvere preventivamente alla missione di stabilire un primo contatto con realtà organizzate, e non, dei residenti cinesi di sarpi e ragionare di queste cose assieme a loro.

apro@fastwebnet.it