Siamo residenti di Via Sarpi e dintorni, italiani che vivono nella così detta "China Town" di Milano.
Siamo persone che non hanno la sensazione di vivere in un ghetto.
Prendiamo parola per dire basta, siamo infatti stanchi di un clima razzista e xenofobo
che attraversa la nostra città e in questa ultima settimana vede al centro delle polemiche il nostro quartiere.
Sicuramente ci sono molto buone azioni che si possono mettere in moto per migliorare la vita nel nostro quartiere.
E' vero che ci sono contraddizioni e questioni aperte, bisogni a cui è possibile dare una risposta,
questo vale per il nostro quartiere, come per ogni altra zona della città, nè più nè meno.
Il nostro quartiere è stato presentato come pericoloso, "zona da bonificare" con improbabili mappe diffuse
ai giornali locali nei giorni precedenti la manifestazione "pro-sicurezza" organizzata da Letizia Moratti.
L'abuso di questo termine in esclusiva funzione demagogica strumento usato solo nel senso di alimentare
fobie nei confronti di migranti e diversi ci fa diffidare in questi tempi da usarlo e da chi lo usa.
Abbiamo una idea della "sicurezza" come un diritto fondamentale legato ai bisogni delle persone,
reddito, lavoro, casa, educazione, salute.
In questo quadro la questione dei "carrellini" come problema di Milano ci fa sorridere ed indignare.
Nel nostro quartiere è un dato di fatto una presenza quanto meno eccessiva di Forze di Polizia
ed in particolare di Polizia Locale che da anni è foriera di momenti di tensione e multe non solo con la comunità cinese ma praticamente con ogni proprietario di autovettura.
Consideriamo dato noto come con i migranti in particolare
la Polizia Locale abbia ben poca cultura del rispetto e delle differenze.
Rifiutiamo di pensare che la carenza di parcheggi nella zona sia colpa dei "cinesi",
ci sembra un problema per tutti i cittadini di tutta la città, una questione irrisolta dagli
amministratori e dun bel business che fa entrare cifre importanti nelle casse del Comune.
Prendiamo parola per dire basta.
Basta alle campagne scellerate di politici ed amministratori locali che mirano a fare un caso
di ogni situazione alimentando con facile demagogia incomprensioni e discriminazioni.
Basta non avere voce. Siamo infatti diretti testimoni della
impossibilità di essere presi in considerazione dai mass-media, telecamere e giornalisti che in abbondanza
sono dallo scorso di Giovedì nel nostro quartiere a caccia di scoop sembrano infatti solo interessati
ad interviste di residenti disposti a parlare male di questa zona ed elargire pregiudizi nei confronti della comunità cinese.
Basta tollerare l'intolleranza. Le scritte xenofobe ed intimidatorie apparse nel nostro quartiere in questi giorni
rappresentano una vera e propria oscenità frutto di questo clima ed opera di personaggi estranei a questa zona.
Riteniamo inaccettabile inoltre la provocatoria presenza di una manifestazione della Lega
proprio nel cuore del nostro quartiere. Come i primi anche questi intolleranti qui non hanno mai avuto cittadinanza,
nè mai dovrebbero averla e le loro incursioni alimentano solo tensioni ed incomprensioni.
Infine ci ritroviamo a fare in questi giorni un ragionamento sul Comitato Vivi Sarpi la cui massima
visibilità è data dalla campagna di bandiere ai balconi, bandiere che alla luce dei fatti di questi giorni
noi giudichiamo come tragicamente, al di là delle intenzioni, oggi funzionali al clima
di xenofobia ed incomprensione portato avanti dal centro-destra.
Essere razzisti significa marchiare una collettività o gruppo in nome della razza.
Essere antirazzisti significa concepire ed approfondire le differenze, metterle in relazione
costruire ponti di comunicazione, azioni comuni.
Siamo amici, findanzati conoscenti, vicini di casa di famiglie e ragazze/i originari dalla Cina
certo persone orgogliosamente legate alle proprie radici ma anche cresciuti e nati qua
cioè portatori di molti mondi, cittadini della metropoli come noi,
anzitutto persone, ognuna con proprie e diverse idee, sogni, bisogni.
Basta generalizzazioni, mappature che tracciano confini e barriere anzitutto mentali.
Venire in contatto, relazionarsi, conoscere siginifica disarticolare
pregiudizi, luoghi comuni ed ignoranza.
I Ghetti sono frutto del razzismo.
Prendiamo parola insieme.
Mettiamoci in gioco.
Sarpi Antirazzista
aderisci, partecipa